È successo in uno degli uffici postali della provincia di Catania: una telefonata sospetta, proveniente da un presunto maresciallo dei Carabinieri, ha insospettito il personale di Poste Italiane.
L’uomo, spacciandosi per un’autorità in servizio, ha richiesto le intestazioni di alcune carte prepagate appartenenti a soggetti “sottoposti a fermo”. Una richiesta inusuale, tanto più che il canale telefonico è considerato inadatto alla trattazione di dati sensibili.
Il personale dell’ufficio postale non si è fatto cogliere impreparato. Il direttore, insospettito dall’atteggiamento del falso maresciallo, ha invitato l’interlocutore a presentarsi di persona, guadagnando tempo prezioso per verificare la legittimità della richiesta.
Contestualmente, ha contattato le forze dell’ordine e, tramite le opportune verifiche, ha scoperto che il nome fornito dal presunto militare era completamente falso. Si trattava di una truffa già vista in passato, messa in atto da criminali che cercano di ottenere informazioni riservate con metodi ingannevoli.
Secondo Rudy Raniolo, responsabile di Fraud Management per la Sicilia, “I truffatori non hanno paura di nulla, lo dimostra questo tentativo di raggirare personale che viene debitamente formato per riconoscere i comportamenti fraudolenti. Ai clienti dico sempre di non aver timore o vergogna nel segnalare situazioni potenzialmente pericolose. Le segnalazioni e le verifiche preventive sono l’unica arma per intercettare questi tentativi di frode”.
L’episodio mette in luce quanto siano frequenti e sofisticati i tentativi di truffa, anche verso personale formato. Resta cruciale la prevenzione: conoscere le modalità di raggiro e attuare semplici precauzioni può davvero fare la differenza, sia per i cittadini che per gli addetti ai lavori. Il messaggio di esperti e forze dell’ordine è unanime: segnalare ogni circostanza sospetta è la chiave per contrastare efficacemente le truffe telefoniche e proteggere dati personali e patrimoni.