Trapani

Stagnone di Marsala: tracce di pesticidi vietati e sostanze chimiche oltre i limiti, acque classificate “non buone”

Il monitoraggio del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente rivela gravi criticità ecologiche nella Riserva naturale delle Isole dello Stagnone.

Le acque della Riserva naturale delle Isole dello Stagnone di Marsala sono ufficialmente classificate come “non buone” a causa della presenza di sostanze chimiche in concentrazioni superiori ai limiti consentiti dalla normativa.

È quanto emerge dal monitoraggio effettuato nel 2023 dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (SNPA), che ha analizzato lo stato ecologico e chimico di 13 corpi idrici in Sicilia.

Inquinanti pericolosi: tracce di DDT e pesticidi

Tra le sostanze rilevate nelle acque dello Stagnone spicca la presenza di DDT, un pesticida vietato in Italia dal 1978 e negli Stati Uniti dal 1972. Questo dato evidenzia la persistenza nel tempo di prodotti chimici utilizzati decenni fa, il cui impatto ambientale si manifesta ancora oggi.

Oltre al DDT, sono stati rilevati altri due contaminanti oltre i livelli consentiti:

  • Cipermetrina, un pesticida piretroide altamente tossico per gli organismi acquatici.
  • Aclonifen, un erbicida che tende ad accumularsi nei sedimenti, contribuendo alla contaminazione a lungo termine.

Questi inquinanti rappresentano un rischio diretto per la biodiversità locale e influenzano negativamente la qualità della vita degli organismi bentonici, che vivono sul fondo della laguna e svolgono un ruolo cruciale nell’ecosistema.

L’importanza dello Stagnone e l’impatto dell’inquinamento

Lo Stagnone di Marsala, con una superficie di circa 20 chilometri quadrati, è un ambiente lagunare unico caratterizzato da acque salmastre e una flora sommersa essenziale per la stabilità dell’intero ecosistema.

La presenza di sostanze chimiche oltre i limiti normativi mina la salute di questo delicato equilibrio, mettendo a rischio specie vegetali e animali che popolano la riserva.

Il monitoraggio, effettuato secondo i criteri stabiliti dalla direttiva quadro 2000/60/CE, ha sottolineato il superamento degli Standard di Qualità Ambientale (EQS), ovvero i limiti normativi per le concentrazioni di inquinanti nell’acqua e nei sedimenti.

Una minaccia per l’ecosistema e l’ambiente circostante

L’inquinamento dello Stagnone non riguarda solo la biodiversità locale, ma rappresenta anche un problema più ampio per l’intero territorio.

Le acque di transizione, come quelle della laguna, fungono da cuscinetto tra gli ecosistemi terrestri e marini, e la loro contaminazione può avere ripercussioni sulla salute degli ecosistemi limitrofi e sul turismo ambientale.

Un monito per il futuro

La scoperta di queste criticità è un campanello d’allarme sulla necessità di azioni più incisive per tutelare le acque dello Stagnone e delle altre aree analizzate.

La persistenza di contaminanti storici come il DDT e l’utilizzo continuato di pesticidi e erbicidi evidenziano l’urgenza di monitoraggi costanti e di un’applicazione rigorosa delle normative ambientali.

In un territorio ricco di bellezze naturali come la Sicilia, la salvaguardia degli ambienti più vulnerabili dovrebbe essere una priorità assoluta, non solo per preservare la biodiversità, ma anche per garantire un futuro sostenibile alle generazioni future.

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Published by
Redazione Giornalistica