Il tribunale di Agrigento ha emesso il suo verdetto in seguito a un confronto violento che ha lasciato tracce profonde, letteralmente e figurativamente, sui coinvolti dei partecipanti.

La rissa, che ha coinvolto cinque individui, è avvenuta inizialmente vicino a un locale del centro città di Canicattì, per poi trasferirsi al pronto soccorso locale, dove alcuni dei protagonisti cercavano cure mediche.

Il litigio, secondo le indagini, sarebbe stato innescato da un apprezzamento non gradito verso una ragazza, amica di alcuni dei partecipanti, sfociando in un violento scontro fisico.

Durante l’alterco, tre persone hanno riportato ferite, una delle quali particolarmente grave: un giovane di 22 anni è stato sfregiato permanentemente al volto con una bottiglia di vetro rotta. Le immagini di videosorveglianza sono state cruciali per l’identificazione degli imputati da parte della polizia.

Il giudice per l’udienza preliminare, Iacopo Mazzullo, ha condannato G.M., 31 anni, a quattro anni e due mesi di reclusione per aver sfregiato il giovane al volto e al braccio. S.M., 22 anni, anch’esso coinvolto, è stato condannato a quattro mesi di reclusione per la sua partecipazione alla rissa.

Inoltre, il giudice ha ordinato un risarcimento per il giovane sfregiato, che si è costituito parte civile assistito dall’avvocato Diego Giarratana.

Questa decisione sottolinea la serietà con cui il tribunale ha trattato il caso, riflettendo l’impegno della giustizia nel rispondere con rigore a episodi di violenza così gravi.

La comunità di Canicattì è rimasta scossa da questo evento, che solleva questioni importanti sulla sicurezza pubblica e sul comportamento sociale. L’episodio è un triste promemoria del potenziale per la violenza che può scaturire da situazioni apparentemente banali, come un semplice commento fuori luogo.