Nel momento in cui una persona prende la decisione di ripartire tra i parenti il proprio patrimonio prima di morire si trova di fronte alla necessità di capire quale strumento sia più efficace e in linea con le necessità che ci si propone di soddisfare. Il nostro ordinamento, in particolare, mette a disposizione due strumenti differenti attraverso i quali un soggetto interessato ha la possibilità di disporre dei propri averi: in un caso si può regolare ogni aspetto con un lascito ereditario; nell’altro si può provvedere a una donazione. Ciò avviene sia quanto il patrimonio è costituito da denaro contante, sia quando è formato da beni mobili o immobili.
Guida alla scelta
Non è mai facile decidere quale dei due istituti giuridici di cui abbiamo parlato sia il più indicato e meriti di essere scelto: infatti, entrambe le proposte si caratterizzano per aspetti positivi e punti deboli di cui è opportuno tenere conto in vista di una scelta che sia il più possibile ponderata. In particolare, uno dei due strumenti si può rivelare vantaggioso sul piano economico, ma magari non lo è molto a livello di dinamiche personali. Deve essere chiaro, però, che quando ci si chiede che cosa sia meglio fra il lascito ereditario e la donazione non si può giungere a una risposta di valore universale che si possa applicare a tutti i casi. Come arrivare alla decisione giusta, dunque? Molto semplice: è sufficiente scoprire in che modo i due istituti giuridici funzionano, per poi definire quello migliore in base alla propria situazione personale.
Come operare una divisione patrimoniale
Come si è visto, dunque, sono due le opzioni a disposizione quando si deve provvedere a una ripartizione dell’eredità. La donazione è la soluzione a cui fare riferimento quando si ha intenzione di effettuare la divisione dei propri beni essendo ancora in vita. Il lascito ereditario, invece, è lo strumento da utilizzare per far sì che il patrimonio venga diviso dopo la propria morte. In entrambe le situazioni, comunque, c’è un tema molto importante che non può essere sottovalutato: è la cosiddetta quota legittima. Se essa venisse trascurata, tutta la ripartizione ereditaria rischierebbe di essere compromessa. La quota di legittima consiste nella parte di patrimonio che, secondo la legge, spetta ai discendenti familiari: vale a dire il coniuge, i figli, eccetera. Al di là della quota di legittima, poi, c’è una parte di patrimonio che ognuno è libero di destinare a chi vuole, senza vincoli.
Che cosa cambia tra il lascito testamentario e la donazione
Una delle differenze più significative che permettono di distinguere tra i due istituti giuridici di cui stiamo parlando ha a che fare con le tempistiche con le quali i destinatari hanno la possibilità di entrare nel pieno utilizzo dei beni che sono stati lasciati loro. Nello specifico, nel caso del lascito ereditario è necessario attendere il decesso del testatore; invece, in presenza di una donazione è possibile iniziare a utilizzare i beni che sono stati ricevuti a partire dal giorno in cui l’atto è stato registrato. Attenzione, però, perché nel caso in cui vi fosse l’intenzione di mettere il bene immobile in vendita, si potrebbero verificare diversi inconvenienti con la donazione. In tale circostanza, infatti, gli eredi legittimi che dovessero essere lesi nella parte che per legge spetta loro potrebbero richiedere e ottenere la restituzione di ciò che è stato donato al soggetto beneficiario.
Che cosa dice la legge
Se i legittimi eredi di un bene che è stato donato ritengono di essere stati lesi dalla decisione che è stata presa dal donante, si può far affidamento su ciò che dice la legge, che prevede o la riduzione del valore della donazione o direttamente la restituzione del bene. Si tratta pertanto di una richiesta che si può concretizzare anche in caso di vendita. Occorre tener presente, tuttavia, che è possibile esperire l’azione di restituzione del bene entro un limite massimo di 20 anni rispetto alla data in cui la donazione è stata trascritta, eccezion fatta per i casi i cui il proprietario nel vendere abbia prestato la garanzia per evizione del bene.
Il lascito e la donazione hanno costi differenti?
Dal punto di vista dei costi che devono essere sostenuti, non c’è quasi differenza tra una donazione e un lascito, nel senso che in entrambi i casi è possibile ripartire il patrimonio in maniera equa. Va però ricordato che tutti e due gli istituti prevedono una specifica tassazione. Sia per la successione che per la donazione le franchigie e le aliquote sono identiche; cambiano solo in funzione del rapporto di parentela, con variazioni in presenza di soggetti disabili. Certo è che l’atto di donazione presuppone anche le spese del notaio, a cui è necessario fare riferimento visto che si tratta di stipulare un vero e proprio atto pubblico.