Scarcerazione boss

Cala il sipario sul primo grado di giudizio dello stralcio ordinario del processo “Xidy”, l’inchiesta dei carabinieri del Ros che ha messo in luce la riorganizzazione del mandamento mafioso di Canicattì e la rinascita della Stidda agrigentina.

I giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Agrigento, presieduti da Wilma Angela Mazzara, hanno emesso sette condanne – per un totale di oltre un secolo di carcere – e due assoluzioni.

Le pene inflitte

  • Giuseppe Falsone: 22 anni di reclusione.
  • Antonio Gallea: 22 anni. Già condannato all’ergastolo per l’omicidio del giudice Rosario Livatino.
  • Santo Gioacchino Rinallo: 28 anni.
  • Antonino Chiazza: 29 anni.
  • Pietro Fazio: 18 anni.
  • Filippo Pitruzzella: 12 anni e 1 mese. Ex ispettore del commissariato di Canicattì.
  • Stefano Saccomando: 1 anno e 6 mesi. Condannato per favoreggiamento, ma senza l’aggravante mafiosa.

Le due assoluzioni

Assolti Calogero Lo Giudice, avvocato, e Calogero Valenti, bracciante agricolo di Canicattì. Il penalista, coinvolto nell’indagine per presunti reati di falso e procurata inosservanza della pena, è stato prosciolto perché il fatto non sussiste.

Valenti era accusato di favoreggiamento aggravato, ma per lui i giudici hanno decretato il “non aver commesso il fatto”.

Risarcimenti alle parti civili

Oltre alle pene detentive, il Tribunale ha stabilito risarcimenti a favore delle parti civili, tra cui associazioni antimafia e istituzioni locali. Nello specifico, agli enti come “Rete per la legalità Sicilia”, “Associazione nazionale per la lotta contro le illegalità Antonino Caponnetto”, “Centro studi Pio La Torre”, “Sos Imprese”, “Cooperativa sociale S.C.S.”, “Cgil Agrigento” e “Codici Sicilia” sono stati riconosciuti 2.000 euro di risarcimento ciascuno, mentre il Comune di Canicattì e l’associazione “Amici del giudice Rosario Livatino” riceveranno 5.000 euro ciascuno. Saccomando è l’unico escluso da tali oneri.

Lo stralcio in abbreviato e il possibile appello

Parallelamente a questo filone processuale, prosegue il giudizio per altre 13 persone che hanno scelto il rito abbreviato. Tra questi figurano nomi di primo piano come Giancarlo Buggea – considerato referente di rilievo del mandamento – e l’ex avvocata Angela Porcello, ritenuta la “cassiera” del clan.

Le richieste di condanna avanzate dalla procura generale ammontano a decine di anni di carcere complessivi. L’iter, nel frattempo, è già approdato in appello e si attendono ulteriori sviluppi.

Operazione Xidy: una mappa della criminalità agrigentina

L’operazione “Xidy”, coordinata dalla Dda di Palermo, aveva portato all’arresto di numerosi soggetti ritenuti a vario titolo affiliati o vicini a Cosa Nostra e alla Stidda nella zona di Canicattì.

Oltre a rivelare nuove alleanze tra le due storiche organizzazioni, l’inchiesta ha fatto emergere un presunto sistema di estorsioni, soprattutto nel settore agricolo, e di scambi di informazioni riservate finalizzati a eludere i controlli delle forze dell’ordine.

L’indagine ha inoltre coinvolto figure insospettabili, tra cui un ex ispettore di polizia e legali di spicco, accusati di aver agevolato le attività dei clan.