Catania

Primo prelievo d’organi a cuore fermo ad Acireale: record con un donatore ottantenne

All’Ospedale “Santa Marta e Santa Venera” di Acireale si è svolto il primo prelievo d’organi da donatore a cuore fermo (DCD).

L’ottantenne, il più anziano donatore DCD del 2023, ha reso possibile il trapianto del fegato grazie al consenso dei familiari.

L’équipe dell’Ismett di Palermo, in collaborazione con l’Asp di Catania e il Centro Regionale Trapianti, ha portato a termine l’intervento.


Primo prelievo d’organi a cuore fermo ad Acireale: un traguardo per la sanità siciliana

ACIREALE (CT) – All’Ospedale “Santa Marta e Santa Venera” di Acireale è stato eseguito con successo il primo prelievo d’organi da donatore a cuore fermo (DCD), un intervento che testimonia l’eccellenza e l’innovazione delle procedure di trapianto in Sicilia. Il donatore, un uomo di 80 anni, si è rivelato il più anziano donatore non a cuore battente dell’anno a livello nazionale.

Grazie all’assenso dei familiari, è stato possibile avviare l’iter di donazione. L’organo ritenuto idoneo al trapianto è stato il fegato, destinato a offrire una nuova speranza di vita a un paziente in lista d’attesa.


L’intervento e la collaborazione fra i centri specializzati

Il prelievo d’organo è stato condotto da un’équipe medica dell’Ismett di Palermo – UOC di Chirurgia addominale – in stretta sinergia con il Centro Regionale Trapianti e il supporto dell’Asp di Catania. Il personale dell’ospedale di Acireale ha assistito i chirurghi in tutte le delicate fasi dell’intervento, dimostrando elevati standard di competenza e professionalità.

«Ringraziamo i familiari per il gesto di altruismo che hanno compiuto nonostante il lutto – ha dichiarato il Direttore Generale dell’Asp di Catania, Giuseppe Laganga Senzio –. Un sentito grazie anche a tutti gli operatori coinvolti, che hanno seguito con cura e umanità le delicate fasi della donazione».


La donazione a cuore fermo: un segnale di qualità sanitaria

La donazione a cuore fermo (DCD) avviene solo dopo che il decesso è stato accertato attraverso criteri cardiologici, con un elettrocardiogramma continuativo di 20 minuti che conferma l’arresto cardiaco irreversibile. Questa tecnica rappresenta un indice di qualità clinica e organizzativa per gli ospedali che la adottano, poiché richiede infrastrutture avanzate e personale altamente qualificato.

«Si tratta di una tecnica innovativa, realizzabile solo in strutture ospedaliere molto avanzate – ha spiegato il Direttore Sanitario, Giuseppe Angelo Reina –. Permette di ampliare il numero dei potenziali donatori, aumentando così le opportunità di cura per i pazienti in attesa di trapianto».


ECMO e team multidisciplinare: il cuore della procedura

Un elemento cruciale nella donazione a cuore fermo è l’ECMO (Ossigenazione extracorporea a membrana), una tecnologia che consente di mantenere ossigenati e vitali gli organi dopo l’arresto cardiaco. Nel caso di Acireale, il processo di donazione è stato gestito dall’UOC di Anestesia e Rianimazione, diretta da Giuseppe Rapisarda, con la collaborazione del Centro Regionale Trapianti e il supporto della Direzione Medica del Presidio guidata da Rosario Cunsolo, insieme al coordinatore aziendale trapianti, Maria Luisa Granata.

L’accertamento di morte cardiaca è stato effettuato da un’équipe composta da Granata e dalla cardiologa Stefania Grasso (UO di Cardiologia di Acireale, diretta da Marco Messina), mentre il prelievo è stato eseguito dal team chirurgico dell’Ismett di Palermo, composto dai chirurghi Ivan Vella, Caterina Accardo, dall’anestesista Giovanni Lino e dal tecnico di perfusione Fabrizio Russo.


La Sicilia e il “sì” alla donazione: un modello di speranza

«Ancora una volta la Sicilia dimostra la sua generosità – ha dichiarato il Coordinatore del Centro Regionale Trapianti, Giorgio Battaglia –. Abbiamo segnato un nuovo passo avanti che consolida la rete trapiantologica regionale e ci fa guardare con fiducia al futuro».

La riuscita di questo delicato intervento segna un passo fondamentale nella promozione della cultura della donazione, evidenziando come la solidarietà e l’organizzazione sanitaria possano fare la differenza nella vita di chi attende un trapianto. Con questa procedura, la Sicilia ribadisce la volontà di crescere come polo d’eccellenza nel settore dei trapianti d’organo, offrendo speranze concrete a chi è in lista d’attesa.

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Published by
Redazione Giornalistica