L.P., 30 anni, è stato arrestato dopo che la polizia ha scoperto 29 chili di materiale esplosivo nella sua abitazione, dove si trovava in detenzione domiciliare.
L’uomo, pregiudicato empedoclino, aveva ottenuto di espiare una condanna residua nella propria abitazione, pena che sarebbe scaduta tra sei mesi. Ora, in attesa dell’udienza di convalida, è stato trasferito in carcere.
Gli agenti del commissariato di Porto Empedocle, agendo sulla base di un’indagine precedente, hanno eseguito una perquisizione nell’abitazione del trentenne. All’interno di una stanza, priva di qualsiasi misura di sicurezza, è stato rinvenuto un vero e proprio arsenale:
La gravità della situazione è stata sottolineata dal magistrato Federico Romoli, che ha sospeso immediatamente la misura alternativa della detenzione domiciliare, ravvisando un pericolo concreto per la sicurezza pubblica.
Secondo il magistrato di sorveglianza, un’esplosione avrebbe potuto causare “morti o il crollo dello stabile”, evidenziando il rischio elevatissimo per i residenti della zona.
L’uomo, già noto alle forze dell’ordine, è stato arrestato e trasferito in carcere. Nelle prossime ore, assistito dal suo legale Davide Casà, comparirà davanti al GIP per l’udienza di convalida dell’arresto. Successivamente, il tribunale dovrà decidere se:
Il ritrovamento mette in luce il rischio derivante dalla detenzione e produzione clandestina di materiale esplosivo, soprattutto in contesti urbani e privi di misure di sicurezza adeguate.
La presenza di ordigni artigianali rappresenta non solo un pericolo per chi li conserva, ma anche per l’intera comunità circostante.