Doveva essere un intervento relativamente semplice per la riduzione di una frattura al braccio destro, ma qualcosa è andato storto.

Un agrigentino, che nel 2018 si era recato al pronto soccorso dell’ospedale di Agrigento in seguito a un incidente domestico, ha scoperto di avere subito danni ai nervi periferici della mano durante l’operazione, tanto da dover affrontare un ulteriore intervento chirurgico per riacquistare la sensibilità. Alla fine, il paziente ha ottenuto un risarcimento di 50 mila euro.


La vicenda

L’uomo era arrivato in ospedale per quella che sembrava essere una banale lussazione del capitello radiale e una frattura dell’epifisi distale del polso destro. I medici dell’unità di Ortopedia hanno quindi optato per un intervento di riduzione e sintesi al fine di stabilizzare la frattura e consentire il corretto recupero funzionale.

Durante l’operazione, però, si sarebbero verificati errori che hanno lesionato alcuni nervi periferici, provocando una dolorosa e persistente insensibilità alla mano.

L’agrigentino, ormai in condizioni critiche, si è visto costretto a sottoporsi a un secondo intervento chirurgico per riparare le terminazioni nervose e tentare di recuperare appieno la funzionalità dell’arto.


Il risarcimento e la sentenza

Il paziente ha deciso di rivolgersi ai giudici per vedersi riconosciuto il danno subito. Il tribunale ha stabilito che l’uomo aveva diritto a 50 mila euro di risarcimento, somma che è già stata versata dall’Azienda ospedaliera. Quest’ultima, tuttavia, si è riservata il diritto di recuperare la cifra qualora il ricorso in Appello dovesse capovolgere la sentenza di primo grado.


Implicazioni e prospettive

Questo caso pone l’accento sull’importanza di procedure chirurgiche accurate e di una scrupolosa gestione del rischio clinico. Gli errori durante gli interventi di routine possono, infatti, avere conseguenze gravi e permanenti per i pazienti.

La richiesta di risarcimento per malasanità rappresenta uno strumento di tutela fondamentale per chi subisce danni in ambito medico-chirurgico, ma evidenzia anche la necessità di una continua formazione e supervisione del personale sanitario.