Un importante colpo alla criminalità organizzata è stato inferto dai Carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento e di Caltanissetta, che hanno dato esecuzione a un’Ordinanza di Misure Cautelari Personali, emessa dal GIP del Tribunale di Palermo su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia (DDA). Il provvedimento riguarda 51 indagati, in parte già detenuti, accusati di far parte dell’organizzazione mafiosa denominata “cosa nostra”, nonché di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e altri reati.
Per 36 soggetti è stato disposto il carcere, mentre per i restanti 15 la misura degli arresti domiciliari. Tra gli indagati figurano anche tutti i 24 soggetti destinatari del provvedimento di fermo emesso lo scorso dicembre dalla DDA di Palermo.
L’operazione nasce dalle attività investigative condotte dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo Carabinieri di Agrigento, sotto la direzione della DDA di Palermo, a partire dal dicembre 2021. Le indagini hanno ricostruito l’organigramma e le attività criminali delle famiglie mafiose di Porto Empedocle e di Agrigento/Villaseta, mettendo in luce un uso sistematico di apparecchi telefonici da parte degli affiliati, anche durante la detenzione. Grazie a questa rete di comunicazione, gli uomini d’onore hanno potuto mantenere inalterate le capacità di comando, impartendo ordini e direttive ai sodali in libertà.
Dall’indagine emergono numerosi episodi di estorsioni, detenzione di armi, incendi, danneggiamenti e atti intimidatori, tutti realizzati sfruttando la forza di intimidazione di “cosa nostra” e i metodi tipici di un’associazione di stampo mafioso. In particolare, secondo gli inquirenti, gli indagati:
Gli esponenti di vertice delle famiglie di Porto Empedocle e Agrigento-Villaseta avrebbero inoltre diretto due distinte associazioni dedite al traffico di sostanze stupefacenti, monopolizzando il mercato nella provincia di Agrigento. Dai riscontri raccolti è emersa una significativa capacità di approvvigionamento, frutto di rapporti commerciali con gruppi criminali sia in altre province siciliane sia in altre regioni e perfino all’estero (Belgio, Germania e Stati Uniti).
Le indagini hanno così evidenziato come i proventi del narcotraffico costituiscano un’importante fonte di finanziamento per sostenere le attività illecite dell’organizzazione mafiosa.
L’intera operazione si configura come uno dei più rilevanti interventi antimafia degli ultimi anni nel territorio agrigentino. Le azioni delittuose contestate agli indagati, tra cui estorsioni, attentati incendiari, danneggiamenti e un imponente traffico di sostanze stupefacenti, testimoniano il perdurare della pericolosità di “cosa nostra”. Le forze dell’ordine e la Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, con questa operazione, hanno inferto un duro colpo alle famiglie mafiose di Porto Empedocle e Agrigento-Villaseta, compromettendone la rete di contatti e la capacità di imporre la propria presenza sul territorio.