Si riaccendono i riflettori sul drammatico omicidio di Piersanti Mattarella, presidente della Regione siciliana e fratello del Capo dello Stato Sergio Mattarella, ucciso il 6 gennaio 1980.

Secondo le nuove indagini della Procura palermitana, a premere il grilletto sarebbe stato Antonino Madonia, figlio del potente boss mafioso Ciccio Madonia, mentre alla guida dell’auto ci sarebbe stato Giuseppe Lucchese, detto Lucchiseddu.

Entrambi, già condannati all’ergastolo per altre vicende di mafia, sono stati formalmente indagati.


I dettagli delle nuove indagini

Dagli atti dell’inchiesta emergerebbe una fotografia che ritrae un’automobile, acquisita dai magistrati dopo un appello rivolto a giornali e agenzie di stampa alla ricerca di immagini relative al giorno del delitto.

Proprio tale elemento avrebbe fornito nuove conferme, spingendo i pubblici ministeri a identificare in Nino Madonia il killer materiale e in Lucchese il complice alla guida del veicolo.


Il contesto mafioso

Antonino Madonia proviene da una famiglia storica di Cosa nostra palermitana, guidata dal patriarca Ciccio Madonia, già condannato come mandante dell’omicidio di Piersanti Mattarella. Fra i fratelli di Nino compaiono nomi tristemente noti come Salvo Madonia, assassino dell’imprenditore Libero Grassi, e Giuseppe e Aldo, anch’essi coinvolti in crimini di stampo mafioso.

Giuseppe Lucchese, arrestato nell’aprile del 1990 dopo nove anni di latitanza, era considerato un super-killer coinvolto in decine di omicidi durante la seconda guerra di mafia, tra i quali il massacro dei familiari di Francesco Marino Mannoia in seguito al pentimento di quest’ultimo. All’epoca, il giudice Giovanni Falcone definì il suo arresto “l’operazione più importante dopo la cattura di Michele Greco” e, in certi aspetti, “più significativa”.


La figura di Piersanti Mattarella

Piersanti Mattarella, eletto presidente della Regione Siciliana, fu assassinato mentre si recava a messa con la famiglia, il 6 gennaio 1980. La sua uccisione rappresentò uno dei casi più eclatanti della strategia del terrore messa in atto da Cosa nostra, allora dominata dalle famiglie mafiose più potenti di Palermo.


Prospettive e attese

Le nuove indagini aperte dalla Procura di Palermo e i riscontri emersi dopo anni dall’assassinio di Piersanti Mattarella riaccendono l’attenzione dell’opinione pubblica su uno dei delitti mafiosi più emblematici dell’epoca. L’eventuale conferma delle accuse a carico di Antonino Madonia e Giuseppe Lucchese potrebbe gettare luce definitiva sui responsabili materiali di questo omicidio, già additato come atto di forza di Cosa nostra contro una figura politica di spicco.