Clogged artery and atherosclerosis disease medical concept with a three dimensional human artery with blood cells that is blocked by plaque buildup of cholesterol as a symbol of arteriosclerotic vascular diseases.

Per ridurre il rischio di eventi cardiovascolari, come infarto e ictus, è fondamentale mantenere bassi i livelli di colesterolo cattivo (LDL) nel sangue.

Sebbene il colesterolo sia un fattore di rischio modificabile, abbassarlo in modo efficace nel lungo termine è ancora una sfida. Il trattamento standard attuale prevede l’uso di statine, farmaci efficaci ma non sempre ben tollerati o sufficienti.

Tuttavia, una nuova classe di farmaci, gli inibitori della proteina PCSK9, ha dimostrato di ridurre i livelli di colesterolo LDL fino al 70%, offrendo una promettente alternativa per coloro che non rispondono o non tollerano le terapie convenzionali.

La Sfida Attuale: Nonostante l’efficacia documentata delle statine, molti pazienti non riescono a raggiungere i livelli raccomandati o presentano problemi di tolleranza. Gli inibitori di PCSK9, pur essendo efficaci, richiedono iniezioni ogni 2 o 4 settimane, generando ostacoli all’aderenza al trattamento.

Il Nuovo Protagonista: Recaticimab: Un nuovo inibitore di PCSK9, il recaticimab, potrebbe presto affiancare le opzioni terapeutiche esistenti, offrendo una frequenza di somministrazione più flessibile, ogni uno/tre mesi.

Lo studio REMAIN-2, condotto in Cina su 689 persone con ipercolesterolemia non familiare, ha valutato la sicurezza e l’efficacia di recaticimab nell’abbassare il colesterolo cattivo.

I risultati, presentati all’American Heart Association Scientific Sessions 2023, indicano un potenziale aumento dell’aderenza al trattamento grazie a dosaggi meno frequenti.

Gli Inibitori di PCSK9 e il Loro Ruolo: Gli inibitori di PCSK9 agiscono inibendo la proteina PCSK9 presente nel fegato, consentendo al corpo di assorbire più efficacemente il colesterolo LDL e riducendo così il rischio di eventi cardiovascolari.

Sebbene attualmente somministrati ogni 2 o 4 settimane, il recaticimab offre un’opzione più flessibile con iniezioni ogni 12 settimane, potenzialmente migliorando l’aderenza al trattamento.

Studio REMAIN-2 e Prospettive Future: Lo studio REMAIN-2 ha coinvolto partecipanti con ipercolesterolemia non familiare e iperlipidemia mista, evidenziando la sicurezza e l’efficacia del recaticimab.

Divisi in gruppi con diverse frequenze di somministrazione, i risultati suggeriscono che dosaggi più distanziati nel tempo potrebbero migliorare la compliance dei pazienti.

Conclusioni: Il recaticimab, in fase di studio avanzato, si prospetta come una potenziale svolta nel controllo del colesterolo per i pazienti ad alto rischio cardiovascolare. Con dosaggi meno frequenti, potrebbe rappresentare una soluzione per coloro che hanno difficoltà con le terapie convenzionali.

Resta da vedere come questo nuovo inibitore di PCSK9 contribuirà a ridefinire le prospettive di trattamento e migliorare la qualità di vita dei pazienti con elevato rischio cardiovascolare.