Una vigliacca intimidazione mafiosa è giunta nella giornata di ieri al presidente della commissione antimafia regionale Claudio Fava, eletto nelle regionali avvenute lo scorso anno, con il recapito all’Ars di una busta contenente un proiettile calibro 7,65. Il deputato regionale nonchè presidente della commissione Antimafia, è salito all’onor delle cronache non solo per aver fatto approvare una legge che obbliga i politici appartenenti a logge massoniche di dichiararlo apertamente, ma anche per la conduzione di un’inchiesta parlamentare sul caso Montante e sui depistaggi di via D’Amelio. In seguito alla minaccia ricevuta, immediati sono stati gli interventi solidali a favore del onorevole siciliano partendo dal presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè – “Esprimo massima solidarietà, anche a nome dell’intero Parlamento siciliano, all’onorevole Fava vittima dell’ennesimo preoccupante episodio intimidatorio, che rivela un clima di odio che va condannato. Siamo certi che Fava proseguirà nel suo impegno politico di denuncia e per l’affermazione della legalità, senza lasciarsi turbare da questo vile episodio” – passando per il presidente della Regione Nello Musumeci – “”Al presidente Fava va la convinta solidarietà e la vicinanza del governo regionale. Episodi di intimidazione grave come questo vanno condannati, senza tentennamenti. Evidentemente c’è ancora chi pensa che con le minacce si possa cambiare il corso delle cose” – fino ad arrivare ai colleghi dei fari gruppi parlamentari del Fi, Pd e M5S, oltre che dall’Unci, dal senatore Davide Faraone e da Articolo 1. Sul caso intanto gli uomini della Digos hanno già provveduto al sequestro ed ad avviare le indagini atte ad individuare il colpevole.
Di Pietro Geremia