Un drammatico caso di estorsione è emerso a Licata, dove il proprietario di un negozio di kebab pakistano si è ritrovato vittima di una brutale aggressione dopo aver rifiutato di pagare una “protezione” settimanale di 50 euro.
I fatti sono accaduti il 28 agosto 2022 lungo il corso Umberto, uno dei principali viali della città.
La vittima, un commerciante pakistano, ha deciso di non cedere alle minacce estorsive, scegliendo invece di denunciare i suoi aggressori alle autorità.
“Dacci 50 euro a settimana o ti bruciamo il locale e ti facciamo uccidere,” gli avevano intimato i tre uomini, originari del Bangladesh, secondo quanto riferito. Al suo rifiuto, i tre lo avrebbero brutalmente aggredito a calci, causandogli ferite tali da richiedere il ricovero ospedaliero.
Uno degli imputati è attualmente irreperibile, mentre per gli altri due, la difesa ha optato per un giudizio abbreviato. L’avvocato Gianfranco Pilato, difensore dei due bangladesi, ha sostenuto che i suoi assistiti avrebbero solo tentato di riscuotere il pagamento per conto di un loro connazionale precedentemente impiegato dal commerciante, negando ogni accusa di violenza.
Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Agrigento, Giuseppa Zampino, ha fissato la data del 17 settembre per le arringhe conclusive e la requisitoria del pubblico ministero.
Questo caso ha scosso la comunità locale, mettendo in luce i pericoli che gli imprenditori stranieri possono affrontare, sollevando questioni urgenti sulla sicurezza e l’integrazione nella società italiana
. Mentre la città attende l’esito del processo, il coraggio del proprietario del negozio di kebab nel denunciare i suoi aggressori è stato ampiamente lodato come un atto di grande coraggio civile.