Il Giudice del Lavoro di Palermo ha condannato la Regione Siciliana a risarcire gli eredi di G.T., escluso in maniera illegittima dal Bacino “Emergenza Palermo” degli ex PIP.
La decisione è arrivata dopo che, nel 2022, gli eredi del sig. G.T., G.S. e M.T., hanno presentato ricorso contro l’esclusione del loro congiunto dal Bacino dal maggio 2014 al settembre 2017.
Nel 2000, il legislatore regionale aveva stanziato 10 miliardi di lire per favorire il reinserimento lavorativo di soggetti a rischio, come ex detenuti e persone dimesse da comunità di recupero. G.T., in gravi condizioni economiche, era stato inserito nel Bacino “Emergenza Palermo” nel 2001 e riceveva un assegno di sostegno al reddito di 832 euro al mese.
Tuttavia, nel maggio 2014, l’Assessorato regionale delle Politiche Sociali e del Lavoro aveva escluso G.T. dal Bacino, ritenendo che i fatti penali a lui attribuiti nel 2005 fossero incompatibili con la sua permanenza nel programma, in base alla legge regionale 9/2013.
G.T. aveva subito contestato l’esclusione, sostenendo che la legge regionale del 2013 non poteva applicarsi retroattivamente. L’Assessorato, tuttavia, aveva negato la sua richiesta di riammissione.
Nel 2017, una nuova legge regionale aveva chiarito che l’esclusione dal Bacino doveva riguardare solo fatti penali commessi successivamente all’entrata in vigore della legge del 2013. Di conseguenza, G.T. era stato riammesso, ma senza compensazione per i tre anni di esclusione.
Nel 2022, gli eredi di G.T., assistiti dagli Avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Gatto, hanno presentato ricorso al Tribunale di Palermo, chiedendo il risarcimento per la mancata erogazione dell’assegno di sostegno al reddito durante il periodo di esclusione.
Il Tribunale, condividendo la tesi degli avvocati, ha condannato l’Assessorato regionale a corrispondere circa 35.000 euro agli eredi di G.T., oltre al pagamento delle spese di lite.