Ogni dieta porta con sé una promessa: dimagrimenti rapidi e senza sforzo, una forma duratura, un’alimentazione più sana, e chi più ne ha più ne metta.
Una dieta in circolazione da decenni è la cosidetta dieta Zona, e promette una vita più sana e più lunga, in un corpo più magro.Inventata dal dottor Barry Sears, un biochimico americano fulminato, a un certo punto della sua vita, dall’intuizione che l’obesità è correlata a un aumento dello stato infiammatorio nel corpo. Ridurre l’infiammazione, dunque, è la chiave non solo per dimagrire, ma anche per ottenere una migliore concentrazione, una maggiore efficienza cerebrale, più tonicità muscolare, e un sistema immunitario più forte.
Dalle ricerche di Berry nacque il suo primo libro, che fu pubblicato nel 1995, seguito negli anni da decine di altri libri, apparizioni televisive, e iniziative che hanno portato Barry Sears nella zona della celebrità.
Come funziona la dieta Zona
Più che una dieta da seguire per un determinato periodo di tempo, la dieta a Zona si presenta come un programma alimentare da seguire a tempo indeterminato, idealmente per tutta la vita.
Nella sua forma più semplice, la Dieta Zona consiste di tre pasti quotidiani, più due spuntini, caratterizzati da un rapporto specifico di di carboidrati, di proteine e di grassi, per ogni pasto.
I carboidrati dovrebbero essere a basso indice glicemico, in modo da fornire un lento rilascio di zucchero nel sangue (anche per mantenere più a lungo il senso di sazietà). Le fonti di proteine devono essere magre e i grassi devono essere prevalentemente monoinsaturi.
Grazie a questo bilanciamento tra nutrienti diversi, asseriscono i fautori della dieta Zona, il corpo comincerà a bruciare grassi anche durante il sonno, senza farvi sentire affamati.
Alimenti favorevoli e sfavorevoli
Nessun alimento è completamente vietato ma i cibi sono divisi in due liste: una elenca quelli “favorevoli”, l’altra quelli “sfavorevoli”.
Per quanto riguarda i carboidrati, per esempio, “favorevoli” sono quelli a lento rilascio di zuccheri, che fanno alzare poco la glicemia. I carboidrati sfavorevoli, invece, provocano in deciso rialzo della glicemia (come patate, barbabietole e carote cotte, ma anche banane, fichi, uva passa).
Le proteine sfavorevoli sono invece quelle provenienti da cibi che apportano molti grassi saturi, come salumi, formaggi grassi, carni grasse o cotte con molti grassi etc.
Le fonti di proteine favorite sono: carne di pollo o tacchino, pesce, albume d’uovo, latticini magri, e derivati delle proteine della soia, per citarne alcuni.
La formula magica
Come dicevamo, ogni pasto nella Zona ha le stesse proporzioni: 30% di proteine, 30% di grassi e 40% di carboidrati.
Tutti i pasti devono rispettare questa proporzione. Non è possibile pensare di concentrare tutti i carboidrati a colazione, per esempio, e le proteine a cena.
Una delle regole è quella di non lasciar passare più di 5 ore tra un pasto e l’altro, ecco perché vi sono 5 pasti al giorno in totale.
Come si calcola il fabbisogno alimentare
Nella dieta a zona le calorie non hanno un’importanza fondamentale, anche se per le donne sono indicate circa 1.200 calorie al giorno. Per gli uomini, 1.500.
Per calcolare il proprio fabbisogno di nutrienti, occorre effettuare una serie di calcoli. Prima di tutto capire qual è la propria massa grassa e sottrarla dal peso complessivo, poi in base ad alcuni altri parametri si arriva al fabbisogno gioraliero. Per un esempio potete usare questo calendario [https://www.sanihelp.it/dieta/dieta-zona/massa_grassa/]
Il sistema dei blocchi
Più che basandosi sulle calorie, il fabbisogno nutrizionale di una persona viene calcolato con il sistema dei blocchi. I blocchi sono come dei mattoncini, l’unità minima della dieta zona. Ciascuno di essi rispetta la proporzione 40:30:30 che abbiamo visto in precedenza. Quindi ciascun blocco è diviso in tre miniblocchi: uno di carboidrati, uno di proteine, uno di grassi.
Il sistema può sembrare un po’ complesso, ma ormai è collaudatissimo. La dieta mette a disposizione delle tabelle in cui sono indicate le quantità da rispettare per ciascun macronutriente al fine di mantenerne la proporzione tra nutrienti, tenendo presente che:
Un tipico pasto è composto da 3 blocchi di proteine, 3 di carboidrati e 3 di grassi. Seguendo le apposite tabelle, si possono comporre pasti sempre diversi che rispettino la proporzione stabilita dalla dieta.
Il sistema della mano
Un metodo meno preciso ma più rapido per calcolare il fabbisogno alimentare è quello cosidetto della mano. I cibi vengono misurati a occhio, utilizzando la propria mano.
Per le proteine si utilizza il palmo della mano (senza le dita): la quantità da mangiare avrà quindi la grasndezza e lo spessore del palmo (pensate as una fetta di petto di pollo di quelle dimensioni).
Per i carboidrati si utlizza il pugno chiuso: una porzione di frutta potrà avere la dimensione di due pugni chiusi, mentre una di pane o di riso dovrà essere uguale a un solo pugno.
Esempio di una giornata di dieta a zona
Ecco un esempio di quello che mangerebbe in una giornata tipica una persona che segue la dieta zona:
Visto che la dieta zona non prevede l’esclusione di alcun alimento, resta la possibilità di sbizzarrirsi con numerose ricette, a patto di rispettare quantità e proporzioni. Come questo Nasello con pomodori e olive[https://blog.giallozafferano.it/ricettezona/nasello-pomodori-olive/], dal blog di Giallozafferano.
La dieta zona funziona davvero?
Come tutte le diete, anche la zona può vantare una certa percentuale di successi. Tuttavia non è un rimedio universale in grado di risolvere tutti i mali (così come i fedelissimmi di questa dieta sembrano credere), e non è adatta a chiunque.
Come al solito, prima di iniziare una dieta, zona o di qualsiasi altro tipo, è sempre bene rivolgersi al proprio medico di fiducia, che saprà consigliarci al meglio.