Una coppia originaria di Catania, ma residente a Modena, è finita agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. L’accusa, pesantissima, è di gravissimi maltrattamenti nei confronti del figlio della donna, un bambino di 8 anni.
Secondo la Procura etnea, le condizioni di vita del piccolo sarebbero state rese insopportabilmente dolorose da continue violenze fisiche e psicologiche.
Dalle ricostruzioni degli inquirenti emerge che il 43enne, autotrasportatore, avrebbe minacciato più volte il bambino, arrivando persino a prospettarne la morte.
Le aggressioni, caratterizzate da schiaffi, calci e pugni, sarebbero avvenute anche in presenza della madre. Gli atti di umiliazione e mortificazione si sarebbero ripetuti in modo costante, con il piccolo lasciato senza protezione, né dal punto di vista emotivo né sanitario. È emerso, infatti, che il pediatra non visitava il minore da ben quattro anni.
La 33enne, convivente dell’uomo e madre del bambino, non avrebbe mai impedito le violenze, né avrebbe tentato di tutelare il figlio. Anzi, sarebbe stata presente a molte delle aggressioni, senza intervenire. Questa condotta omissiva è tra gli elementi centrali che hanno portato all’emissione del provvedimento restrittivo da parte delle autorità giudiziarie.
Su disposizione della Procura, la coppia è stata posta agli arresti domiciliari con l’utilizzo del braccialetto elettronico, a garanzia di un controllo costante. Nel frattempo, il bambino è stato trasferito in una struttura protetta, scelta appositamente per accoglierlo e fornirgli l’assistenza necessaria. Le indagini proseguono per stabilire nel dettaglio le responsabilità dei due indagati e valutare eventuali ulteriori misure di tutela nei confronti del minore.
La vicenda getta luce su un preoccupante quadro di maltrattamenti familiari, sottolineando l’importanza di segnalare tempestivamente casi di abuso a carico di minori. Le forze dell’ordine, coordinate dalla Procura etnea, continuano a indagare per fare piena chiarezza su questa drammatica storia e garantire che il bambino riceva la protezione e il sostegno che gli sono stati finora negati.