Ricorre oggi il trentatreesimo anniversario dell’uccisione del Nostro Giudice Rosario Angelo Livatino oggi Beato.

Quest’anno in occasione del 33° anniversario dell’assassino del Magistrato Martire, l’ Associazione Casa Museo Giudice Livatino oltre a garantire le visite guidate e l’apertura della Casa Museo da lunedì 18 a domenica 24 settembre con orario 09:00/12:00 e 16:00/19:00, grazie alla disponibilità del proprietario sarà possibile ammirare l’automobile assalita dal commando quel 21 settembre del 1990, guidata da Rosario Angelo Livatino mentre si recava ad Agrigento per intraprendere un’altra giornata di lavoro al servizio dello Stato.

“È nata una collaborazione con il proprietario della Ford Fiesta del Giudice Livatino. Il suo desiderio di rendere fruibile al pubblico questo importante oggetto della memoria si è sposato subito con gli scopi dell’ Associazione che rappresento ed è nata questa idea che è solo l’inizio di una cooperazione per divulgare ai giovani i principi per i quali il Beato si è immolato.

Siamo onorati di poter offrire anche questo servizio a quanti vogliano approfondire la Sua conoscenza con la speranza di seminare tra i giovani quei valori di legalità, coerenza, onestà, giustizia e fede cristiana tanto cari al nostro Giudice”, dichiara Claudia Vecchio presidente dell’ Associazione Casa Museo Giudice Livatino.

L’obbiettivo delle manifestazioni è quello del ricordo per tenere sempre vivo il sacrificio dei Nostri Giudici , Livatino e Saetta, soprattutto alle generazioni più giovani per una crescita civile e democratica nel pieno rispetto della legalità.

Livatino era consapevole del difficile contesto nazionale nel quale indagava. In Sicilia erano gli anni della mattanza mafiosa: osteggiato nell’ambiente del Palazzo di Giustizia di Agrigento, non si arrese mai e non si fece fermare, come testimoniano i suoi appunti nelle agende conservate ancora oggi.

Ancora oggi, a distanza di 33 anni, la figura del “giudice ragazzino” è ancora viva non solo nella comunità canicattinese ma in tutta Italia. Rosario Livatino, nel suo lavoro fu mosso da un sincero ideale di giustizia, sempre schierato in prima linea nella lotta ai clan della zona.

Considerato servo di Dio dalla Chiesa cattolica, il giudice Rosario Livatino riteneva l’accertamento della verità un dovere costituzionale ed evangelico nello stesso tempo.