È stato l’arrivo inaspettato a Canicattì della reliquia del beato Rosario Angelo Livatino, ad aprire la fiaccolata in onore del giudice martire della giustizia animata dalla equipe di pastorale giovanile.

A gran sorpresa davanti allo stupore di tutti e all’emozione dei giovani don Gero Manganello e il suo gruppo hanno riportato la reliquia nella città del beato. Con grande gioia, in fila e con le fiaccole in mano, cantando e pregando, i giovani guidati dai sacerdoti hanno accompagnato in pellegrinaggio la reliquia per le vie di Canicattì.

Dalla chiesa San Domenico, dove si era tenuta la celebrazione eucaristica, si è giunti in largo Savoia, davanti al busto del giudice realizzato dal maestro Costanza. Poi un breve momento di riflessione e la preghiera al beato Livatino. Infine, ritorno in pellegrinaggio nuovamente nella parrocchia del magistrato per la benedizione finale. Un momento di grande gioia ed emozione per tutti i presenti.

Nella messa don Giuseppe Livatino aveva ricordato l’importanza della data del 9 maggio, citando le parole del Papa Giovanni Paolo II ad Agrigento e invitando l’assemblea a vivere il Vangelo, prendendo come esempio i santi, modelli da Imitare nella vita e non oggetti da tenere sopra i nostri comodini o a cui rivolgersi solo per chiedere il miracolo.

In mattinata sempre nel primo anniversario della beatificazione del giudice canicattinese Rosario Livatino si erano svolte in città una serie di iniziative come la celebrazione di una messa a San Domenico  celebrata da Giuseppe Cumbo vicario generale dell’arcivescovo di Agrigento Alessandro Damiano.

Lo stesso che poi nella casa  museo di viale Regina Margherita dove Rosario Livatino ha vissuto con i genitori ha inaugurato la teca che contiene la toga del magistrato ucciso dalla mafia in un agguato il 21 settembre del 1990 mentre con la sua Ford Fiesta stava per raggiungere come era solito fare il tribunale di Agrigento.