Canicatti'

Canicattì, muore dopo due accessi al pronto soccorso e un intervento chirurgico: Asp condannata a risarcire oltre 60 mila euro

Una vicenda tragica e complessa si è conclusa, almeno per il primo grado di giudizio, con la condanna dell’Azienda Sanitaria Provinciale (Asp) al risarcimento di oltre 60 mila euro agli eredi di una paziente deceduta dopo due accessi al pronto soccorso e un intervento chirurgico.

La donna, il 25 febbraio 2017, si era recata presso il pronto soccorso dell’ospedale Barone Lombardo di Canicattì lamentando crisi lipotimiche, vomito e dissenteria.

Dopo essere stata sottoposta a un intervento chirurgico, le sue condizioni sono peggiorate fino al decesso, nonostante i tentativi di rianimazione cardiopolmonare da parte del personale medico.

La richiesta di risarcimento e la sentenza di primo grado

Nel 2020, gli eredi della donna hanno presentato un’istanza presso il Tribunale di Agrigento, chiedendo un risarcimento danni di 600 mila euro. La richiesta si basava su presunti profili di responsabilità dei medici, accusati di una condotta negligente, imperita e imprudente.

Lo scorso gennaio, il Tribunale di Agrigento ha riconosciuto una responsabilità parziale dell’Asp, condannandola a un risarcimento di 45 mila euro per un solo erede, oltre alla refusione delle spese legali.

Tuttavia, gli eredi hanno deciso di ricorrere in appello, presentando una richiesta di riforma della sentenza presso la Corte d’Appello di Palermo a marzo 2024.

Liquidazione provvisoria: 60.588,60 euro

Nel frattempo, il Tribunale di Agrigento ha emesso un’ordinanza esecutiva nell’agosto scorso, imponendo all’Asp la liquidazione della somma riconosciuta in primo grado.

Nelle ultime ore, l’azienda sanitaria ha proceduto a imputare la cifra di 60.588,60 euro, comprendendo spese accessorie, per adempiere alla sentenza.

La posizione dell’Asp e il giudizio d’appello

L’Asp, rappresentata dall’avvocato Fabio Tortorici, si è sempre costituita in giudizio per contestare le istanze degli eredi e ha annunciato che, in caso di esito favorevole nel giudizio d’appello, provvederà al recupero delle somme corrisposte e non dovute.

Il caso rappresenta un ulteriore esempio delle complessità legali e mediche che spesso caratterizzano i contenziosi sanitari.

La definizione della vicenda è ora rimessa alla Corte d’Appello, che dovrà esprimersi sulla congruità del risarcimento e sui profili di responsabilità emersi in primo grado.

Share
Published by
Redazione Giornalistica