Tribunale di Agrigento

Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Palermo, Antonella Consiglio, ha disposto il giudizio immediato per tre uomini di Canicattì accusati di estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Gli imputati, Antonio Maira, 74 anni, Antonio La Marca, 34 anni, e Giovanni Turco, 24 anni, erano stati arrestati lo scorso 9 luglio a seguito di indagini condotte dalla squadra mobile di Agrigento e dal commissariato di Canicattì.

Il processo avrà inizio il 13 novembre davanti alla seconda sezione penale del tribunale di Agrigento, presieduta dalla giudice Wilma Angela Mazzara.

Le accuse e le indagini

Le indagini, avviate nell’aprile dell’anno scorso, sono scaturite dal danneggiamento e incendio della saracinesca di un magazzino a Canicattì.

Secondo l’accusa, i tre imputati avrebbero agito per tutelare gli interessi economici di Antonio La Marca, titolare di un’autofficina, costringendo due coniugi a non affittare un magazzino di loro proprietà a una persona che intendeva aprire un’attività simile.

Il gruppo avrebbe minacciato direttamente i proprietari del magazzino: Antonio Maira, già condannato per appartenenza alla stidda (una consorteria mafiosa siciliana), avrebbe ribadito la sua autorità nella zona, dicendo: “In questa zona comando io”. Le indagini sono state supportate dalle dichiarazioni delle vittime e dei loro congiunti.

Il contesto mafioso e le minacce

Maira, ritenuto affiliato alla stidda di Canicattì, è stato descritto da diversi collaboratori di giustizia come parte di un gruppo mafioso attivo nella zona. Già in passato, Maira era stato preso di mira da cosa nostra, che intendeva ucciderlo; suo figlio Antonio fu infatti vittima di un omicidio durante la guerra di mafia.

Tra le frasi intimidatorie rivolte ai proprietari del magazzino, Maira avrebbe detto: “A chi toglie il pane a mio nipote, io tolgo la vita” e, con tono minaccioso, avrebbe aggiunto: “Mi conosce? Non lo deve affittare!”.

La difesa e il processo

I difensori degli imputati, gli avvocati Salvatore Pennica, Annalisa Lentini, Giovanni Salvaggio e Giacinto Paci, avranno la possibilità di chiedere il rito abbreviato, che consentirebbe ai loro assistiti di ottenere uno sconto di pena in caso di condanna. La prima udienza è fissata per il 13 novembre.