Nell’ambito delle celebrazioni per l’arrivo della reliquia del Beato Rosario Livatino a Canicattì, Salvatore Fazio, uno degli organizzatori dell’evento, esprime con amarezza la delusione per la scarsa risposta della città all’iniziativa.
Nonostante l’impegno profuso nell’invitare diverse scuole e comunità parrocchiali, solo pochi cittadini hanno partecipato all’accoglienza della camicia insanguinata del Beato, giunta il 6 dicembre nella Chiesa Madre.
Alla cerimonia di accoglienza hanno preso parte l’Arcivescovo di Agrigento, Monsignor Alessandro Damiano, il sindaco Vincenzo Corbo e altre autorità cittadine.
L’Arcivescovo ha celebrato una Santa Messa in collaborazione con l’Arciprete di Canicattì, Don Nazzareno Ciotta, e i sacerdoti locali, per commemorare l’anniversario del battesimo di Rosario Livatino, avvenuto il 7 dicembre.
Durante la permanenza della reliquia, sono stati programmati diversi momenti significativi, tra cui visite al municipio, al commissariato di polizia, alla caserma dei carabinieri e alla tenenza della Guardia di Finanza
Nonostante gli sforzi per coinvolgere la comunità, la partecipazione è stata limitata, culminando con una veglia cittadina il cui afflusso è stato scarso.
Il pellegrinaggio del Beato Livatino si è concluso l’8 dicembre, alle 20, presso la Chiesa Madre, coincidendo con l’arrivo del Simulacro dell’Immacolata.
Nonostante i tre giorni di intensa emozione vissuti da coloro che hanno partecipato, seppur in numero limitato, Salvatore Fazio, uno degli organizzatori, esprime il suo dispiacere per la modesta affluenza.
Livatino è stato un uomo di legge e un fervente cristiano, come testimoniato dall’incisione sulla teca che custodisce la reliquia: “Codice Penale” e “Vangelo”, i pilastri della sua breve vita terrena. È un rammarico che la sua amata città non abbia risposto con la partecipazione che il Beato meritava.