Nel lontano 1991, il Consorzio ASI di Agrigento approvava un ambizioso progetto per la realizzazione di un centro integrato dedicato ai servizi sociali, tecnologici e all’innovazione d’impresa nella zona industriale di Aragona-Favara.
Tuttavia, quella che doveva essere un’opera di rilievo per il territorio si è trasformata in un lungo e tortuoso contenzioso legale, culminato solo di recente con una sentenza definitiva della Suprema Corte di Cassazione.
Nel 1994, il Raggruppamento Temporaneo di Imprese (RTI), guidato dalla I.s.r.l. come mandataria e affiancato da altre quattro società, si aggiudicava l’appalto per la realizzazione del progetto.
I lavori, inizialmente suddivisi in tre stralci, hanno subito numerosi ritardi a causa di sospensioni e varianti disposte dallo stesso Consorzio ASI, concludendosi soltanto nel 2002, molto oltre le previsioni iniziali.
A causa dei ritardi accumulati, la I.s.r.l., assistita dall’avvocato Girolamo Rubino, ha deciso di intraprendere un’azione legale contro il Consorzio ASI di Agrigento, chiedendo un risarcimento per i costi addizionali sostenuti.
Nel 2018, la Corte di Appello di Palermo ha confermato la sentenza di primo grado del Tribunale di Agrigento, condannando il Consorzio ASI al pagamento di 277.962,46 euro a favore della I.s.r.l.
Nonostante le sentenze sfavorevoli, il Consorzio ASI ha deciso di ricorrere in Cassazione. Tuttavia, anche la Suprema Corte ha rigettato il ricorso, dichiarandolo inammissibile e condannando il Consorzio al pagamento delle spese giudiziali.
La Cassazione ha ribadito l’applicazione del meccanismo del “prezzo chiuso”, che garantisce agli appaltatori il diritto al risarcimento per i ritardi non imputabili a loro, ma al committente.
Inoltre, ha stabilito che il ribasso accettato dalla I.s.r.l. non costituiva una nuova offerta, ma una semplice riduzione del prezzo, senza modificare le condizioni contrattuali originali.
Con questa sentenza definitiva, la I.s.r.l. vedrà finalmente riconosciuti i suoi diritti, ottenendo un cospicuo risarcimento per i danni subiti. Questa vicenda, lunga e complessa, solleva interrogativi sull’efficacia della gestione dei progetti pubblici e sull’impatto che decisioni amministrative ritardate o inadeguate possono avere sul tessuto economico e sociale di un territorio.
Ora, con una sentenza che chiude definitivamente il caso, resta da capire come il Consorzio ASI di Agrigento intenda rispondere a questa grave sconfitta legale e come si possa evitare che simili situazioni si ripetano in futuro.