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Acque reflue: Una soluzione innovativa per l’irrigazione sostenibile

L’Italia intera ormai da anni sta facendo i conti con la siccità, un problema che riguarda tutte le regioni e in particolare le isole, come la Sicilia, dove l’approvvigionamento di acqua risulta ancora più complicato per ovvi motivi logistici.

Non è un problema da sottovalutare poiché, se non si interviene in maniera tempestiva, col tempo la crisi idrica non può far altro che peggiorare. Come risolvere questa criticità? Una soluzione c’è: il trattamento delle acque reflue, cioè acque di scarico utilizzate nelle attività umane, domestiche, industriali o agricole.

Sono acque che contengono sostanze organiche e inorganiche che possono essere dannose per la salute e per l’ambiente e quindi, prima di essere riutilizzate, vengono sottoposte ad un adeguato trattamento di depurazione per poter essere riversate nell’ambiente, come laghi, mari, fiumi o nel terreno, senza alcun rischio.

In questo articolo ci concentriamo proprio sulle modalità di trattamento delle acque reflue, ma prima è opportuno accendere i riflettori sul problema della siccità per comprendere quali possono essere le criticità sul breve, medio e lungo periodo.

Le cause della siccità

Da diversi anni a questa parte l’Italia sta facendo i conti con un problema annoso: la crisi idrica a causa degli sconvolgimenti climatici. Le precipitazioni, che fino a qualche anno fa venivano distribuite lungo tutto i mesi, ultimamente si stanno concentrando in pochissimi giorni con tutti i danni che ne derivano, come il crollo della montagna a Ischia o l’alluvione in Emilia Romagna, giusto per citare alcuni esempi.

Le precipitazioni concentrate in pochi giorni creano disastri fluviali e ambientali, rendendo difficile anche il corretto immagazzinamento e la corretta gestione delle acque. Come hanno già previsto alcuni meteorologi, questa situazione porterà a mesi estivi sempre più caldi e torridi con precipitazioni scarse o assenti per 30, 60 o addirittura 80 giorni.

Inoltre secondo le previsioni degli esperti le future estati saranno sempre più calde e sempre più torride, quindi la crisi idrica non è un problema lontano che può essere ignorato ma lo stiamo vivendo già adesso.

Cosa si intende per crisi idrica e quali sono i fattori che la determinano?

Si parla di crisi idrica quando la domanda d’acqua supera di gran lunga l’offerta. Una delle cause principali è lo spreco della risorsa idrica o comunque un utilizzo poco oculato e virtuoso. Di seguito elenchiamo i fattori che stanno determinando una crisi idrica sempre più grave e acuta:

  • inquinamento e cambiamento climatico. Nell’ultimo trentennio i fiumi e i laghi hanno perso in media circa il 20% del loro livello. Se prima un lago era profondo 10 metri, allo stato attuale lo sarà appena 8 metri. Ne consegue che anche la riserva idrica dentro gli invasi, i fiumi o i laghi naturali e artificiali si sia ridotta di un 20%;
  • aumento delle temperature. Nel bimestre gennaio-febbraio 2023 c’è stata una temperatura mediamente più alta di 1,5° e, stando agli studi, anche la prossima estate sarà caldissima, una delle più torride degli ultimi 20 anni;
  • riduzione delle precipitazioni. Gli studi hanno calcolato che nel 2022 c’è stato rispetto al 2021 un calo del 30% di pioggia. Se quindi sarà confermato questo trend nei prossimi anni avremo una riduzione della risorsa idrica del 15-20% che non arriva proprio a terra;
  • dispersione delle reti idriche. In Italia mediamente su 10 litri inviati alle case o alle fabbriche tramite gli acquedotti e le tubazioni il 40% va perso. Si tratta di uno spreco enorme di risorsa idrica, ma soprattutto di risorsa idrica primaria potabile, cioè la risorsa più preziosa a nostra disposizione;
  • impianti obsoleti di depurazione delle acque. La depurazione e il trattamento delle acque sono un’ottima soluzione, ma purtroppo dobbiamo fare i conti con impianti obsoleti e malfunzionanti, tra l’altro non sempre correttamente dimensionati per quella che è la loro reale funzione.

La gestione delle acque reflue industriali

Per capire quanto la crisi idrica impatti sulla quotidianità, analizziamo la gestione delle acque reflue industriali. Il fattore depurazione assume un ruolo ancora più importante poiché gli inquinanti industriali sono molto più difficili da trattare rispetto agli inquinanti domestici e hanno un impatto sulle acque molto più importante.

Innanzitutto per i volumi di acque che le industrie scaricano quotidianamente e poi perché gli inquinanti di alcune industrie sono più difficili da trattare nei depuratori.

C’è poi da fare un’altra riflessione sulla gestione delle acque reflue industriali. Qualsiasi industria, indipendentemente dal settore in cui opera, ha bisogno di acqua per funzionare.

Se quindi la crisi della siccità non viene gestita in modo corretto c’è il forte rischio che le aziende debbano rallentare o addirittura bloccare la produzione, proprio perché in alcuni periodi dell’anno l’acqua è razionata.

Ad esempio in estate gli impianti di raffreddamento di un’industria metalmeccanica media consumano tra i 20 e i 25 metri cubi d’acqua al giorno solo per essere raffreddati. Le acque necessarie vengono prelevate dalle falde, ma naturalmente solo se hanno assorbito acqua sufficiente.

Se mancano quindi le risorse idriche gli impianti non possono essere raffreddati e bisogna aspettare, condizione che provoca rallentamenti o sospensioni della produzione.

La gestione delle acque reflue delle strutture assimilate alle domestiche

La situazione non è certo più rosea se rivolgiamo l’attenzione alle acque reflue delle strutture che hanno un refluo assimilato al domestico. I problemi sono molto diversi ma altrettanto gravi.

Alcune regioni d’Italia, come anche la Sicilia, stanno già razionando l’acqua per quanto riguarda le piscine. Agriturismi e centri benessere rischiano quindi di vedersi razionata l’acqua in un periodo, come quello estivo, dove l’afflusso di turisti e di clientela in generale è maggiore.

La gestione delle acque domestiche

Ci sono problemi evidenti anche per quanto riguarda l’edilizia. Laddove non c’è un’acqua primaria utilizzabile non viene concessa l’abitabilità alla casa. L’acqua e in particolare l’acqua primaria potabile, quindi destinata al consumo umano, è una risorsa vitale. Per un utilizzo più virtuoso vale quindi la pena conoscere il percorso dell’acqua domestica che può essere usata per lavarsi, per cucinare, per lavare le stoviglie e i panni o per i wc.

Nel refluo domestico quindi gli inquinanti principali sono quelli derivanti dall’utilizzo umano come:

  • deiezioni umane;
  • tensioattivi derivanti dalle lavastoviglie e dalle lavatrici;
  • gli oli e i grassi provenienti dai lavaggi del pentolame di cucina;
  • i saponi derivanti dai lavaggi del corpo;
  • lo scarico dei condensatori.

L’acqua potabile in ingresso nelle nuove abitazioni, con scarichi divisi, diventa acqua bianca (acque saponose) o acqua nera (acqua contenente le deiezioni umane). In sostanza l’acqua potabile, dopo l’utilizzo umano, diventa un refluo che contiene detersivi, tensioattivi, solidi sospesi, azoto ecc.

Si tratta quindi di acqua inquinata che, prima di essere restituita all’ambiente, deve essere trattata. Basta considerare che in un’abitazione con 4 persone il volume di acqua potabile utilizzato ogni giorno si aggira tra i 600 e gli 800 litri d’acqua potabile che diventa refluo.

Perché è importante depurare e trattare l’acqua reflua prima di restituirla all’ambiente?

Per comprendere quanto sia fondamentale trattare adeguatamente l’acqua prima di reimmetterla in natura bisogna sapere una cosa: il ciclo dell’acqua è chiuso. Se quindi immettiamo acqua inquinata all’interno del ciclo dell’acqua facciamo un danno enorme.

Il primo danno è di natura ambientale, poiché i tensioattivi, i detersivi, le urine, le feci e tutto quello che riguarda lo scarico umano danneggiano l’ambiente. Il secondo danno è di natura salutare e igienico, poiché quell’acqua inquinata prima o poi andrà in una falda, nel mare, nel fiume o nel lago e quindi entrerà a contatto con acqua pulita inquinandola.

Considerando che il ciclo dell’acqua è chiuso, quando si preleva quella stessa acqua servono ingenti risorse economiche per depurarla . Nel migliore dei casi, se il depuratore di acqua funziona correttamente, è possibile depurare l’acqua ma a fronte di costi esorbitanti. Non sono affatto cifre di poco conto, dal momento che il costo di depurazione dell’acqua per famiglia è salito mediamente di 180 euro negli ultimi 3 anni.

Nel peggiore dei casi invece la depurazione non è sufficiente, col rischio di riutilizzare un’acqua non del tutto depurata. In tal caso uno dei pericoli è la legionella, ma sono state le patologie che possono verificarsi se si utilizza acqua non depurata correttamente.

Se non si depura l’acqua quindi si corrono rischi:

  • vitali e biologici, dal momento che l’acqua scaricata prima o poi verrà riutilizzata;
  • economici, in quanto più l’acqua è inquinata, più è difficile depurarla e maggiori sono i costi da sostenere.

Come riutilizzare correttamente le acque reflue?

Il problema principale è che utilizziamo acqua potabile per fini meno nobili come il lavaggio di un piazzale, il lavaggio di un’auto o l’irrigazione di un giardino o di un prato.

Non dobbiamo dimenticare che è acqua potabile e quindi con caratteristiche microbiologiche, chimiche e fisiche preziosissime e costosissime. In base all’utilizzo che ne dobbiamo fare possiamo quindi usare diversi livelli di acqua depurata.

Le acque reflue, se opportunamente trattate, possono essere usate tranquillamente ad esempio per l’irrigazione. 600-800 litri di acqua reflua, prodotti da una famiglia di 4 persone, potrebbero essere riutilizzati per irrigare 200 metri quadri di giardino.

Invece di irrigare il giardino, lavare l’auto o innaffiare l’orto con un’acqua potabile e “nobile”, adibita al consumo umano, si può utilizzare acqua di recupero o acque reflue. Scopri di più sul riutilizzo delle acque reflue

Ognuno di noi nel suo piccolo può fare qualcosa per contrastare la crisi idrica, utilizzando in modo più virtuoso e oculato l’acqua potabile ma anche l’acqua reflua che, opportunamente trattata con depuratori e strumenti di ultima generazione, riduce in modo sensibile lo spreco idrico.

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Published by
Redazione Giornalistica