Una scoperta senza dubbio angosciante quella fatta nei giorni scorsi da parte degli uomini dell’arma dei carabinieri di Naro.
I militari della locale stazione, coordinati dalla Compagnia di Licata, hanno arrestato Sabato scorso una coppia residente nella Fulgentissima con l’accusa di maltrattamenti e sequestro di persona.
Stando a quanto emerso dalle indagini, coordinate dal procuratore capo Luigi Patronaggio e partite in seguito ad una segnalazione a seguito della quale sarebbero state utilizzate microspie e telecamere di sorveglianza, pare che i due abbiano tenuto segregato e incatenato un povero disabile di 30 anni con problemi psichici a cui, invece, avrebbero dovuto fare da tutor in un appartamento situato nei pressi del Duomo.
Una scena agghiacciante quanto orribile, ai limiti dell’inverosimile, quella che i Carabinieri si sono trovati di fronte in un piccolo appartamento in pieno centro a Naro, Comune caratteristico tra Licata ed Agrigento.
Un trentenne con problemi psichici che era stato affidato a dei parenti quali tutori, era tenuto legato al letto con una catena alla caviglia, a sua volta assicurata da due lucchetti. In tal modo, il giovane non poteva allontanarsi dal suo letto-prigione. I fatti risalgono al pomeriggio di sabato, quando i Carabinieri della locale Stazione e quelli della Compagnia di Licata hanno fatto irruzione all’interno dell’abitazione.
All’arrivo dei militari, i due tutori si sono mostrati sopresi e hanno farfugliato giustificazioni prive di senso, mentre i Carabinieri si facevano strada, percorrendo una rampa di scale che conduce al piano superiore dell’abitazione. Davanti ai loro occhi trovano un letto, sistemato in un atrio di un corridoio e, sotto le coperte, il giovane. Scostando le lenzuola, ogni sospetto è stato confermato.
Il povero giovane era legato al telaio del letto con una catena di non più di un metro che gli consentiva a mala pena di poggiare i piedi a terra. I Carabinieri si sono subito preoccupati di rassicurare lo sfortunato, dandogli attenzioni, affetto ed accarezzandolo.
Lui ha addirittura aiutato i militari ad aprire i lucchetti. Si è alzato in piedi e ha ringraziato i Carabinieri. Questo l’epilogo di una tristissima e bruttissima vicenda, conclusasi con la piena conferma investigativa di quanto sospettato avvenisse all’interno di quella casa.
Si, perché gli investigatori dell’Arma, per confutare quanto avevano intuito, hanno fatto ricorso anche ad attività tecniche istallando cimici nell’abitazione. Avuta conferma del grave reato che si stava consumando, su disposizione del Pubblico Ministero, D.ssa Gloria Andreoli, titolare dell’indagine, è stata fatta irruzione, interrompendo questa barbara condotta messa in atto dai due tutori. Alle 16.00 di sabato scorso, questo sfortunato ragazzo, è stato liberato e condotto in un centro specializzato per le dovute cure e l’assistenza necessaria. sINDA
Per i suoi parenti, V.A. 53enne e V.A. 52enne, si sono invece aperte le porte del carcere Di Lorenzo di Agrigento con la gravissima accusa di maltrattamenti in famiglia e di sequestro di persona, in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto, su cui si pronuncerà il GIP, a seguito della richiesta avanzata dalla Procura di Agrigento.
Si è trattato di un’operazione che ha segnato molto anche i Carabinieri che si sono sentiti animati da una forte energia, derivante dalla rabbia e da un forte sentimento di affetto nei confronti di quel ragazzo più sfortunato. I militari, infatti, hanno fatto una colletta e lo stanno andando a trovare.
In merito all’inchiesta anche il Sindaco ed il Consiglio Comunale di Naro hanno voluto esprimersi mediante comunicati stampa:
“Ho appena appreso la notizia dell’arresto di due coniugi di Naro che tenevano incatenato un giovane disabile conosciuto in città – commenta il sindaco, Maria Grazia Brandara – una vergogna che ferisce la nostra comunità e sono certa di parlare a nome di tutti i miei concittadini. Sono comportamenti inqualificabili, esecrabili e meschini. Il mio plauso alla stazione dei Carabinieri di Naro agli ordini del Maresciallo Marco Gelardi, a quelli della Compagnia di Licata guidati dal Capitano Lucarelli e a quelli del Comando Provinciale guidati dal Colonnello Pellegrino. Grazie alla Procura della Repubblica di Agrigento sotto l’abile guida del Procuratore Luigi Patronaggio, cittadino onorario di Naro”.
Anche i rappresentanti del Civico consesso, Il Presidende Lillo Valvo; i Capigruppo in Consiglio, Cristina Scanio, Vincenzo Giglio , sono intervenuti sulla vicenda:
“Nell’esprimere un attestato di stima e nel ringraziare le forze dell’ordine per la liberazione del giovane disabile e per l’arresto dei responsabili della sua prigionia, il Consiglio Comunale di Naro, nella sua interezza, condanna le forme di segregazione e di oppressione nei confronti dei disabili.
Infatti, in ogni violenza e in ogni maltrattamento c’è quasi sempre una nota subdola e vigliacca, anche nel caso che ha portato la nostra Naro alla ribalta delle cronache nazionali.
Anche qui, la vittima è un soggetto che ha come punto di riferimento i propri aguzzini. Anche qui, la vittima rientra in una delle categorie deboli. L’ attività di prevenzione dei comportamenti violenti, dei maltrattamenti, delle abominevoli angherie deve essere una pratica da difendere e diffondere fino a farla diventare un obiettivo centrale della nostra realtà e di tutte le realtà locali che saranno tanto più mature quanto più sapranno anteporre il principio di solidarietà e di comunità agli edonismi e agli egoismi .”