«Questa è la vita di chi è un lavoratore. Grazie per averci regalato nuovamente questo stupendo buongiorno», queste le parole a caldo di Michele Platania, che arrivano dopo l’ennesimo furto con spaccata.

Esattamente il diciannovesimo. Proprietario dei negozi di scarpe, abbigliamento e borse “Mickey Store” di San Giovanni La Punta e di Sant’Agata li Battiati, Platania è esausto ma fermo nella convinzione di dire “No” al pizzo e alla mafia.

Platania e la moglie, Linda Pisanò, proprietari dei due punti vendita, questa volta non hanno la forza di parlare. Non ci riescono. Due imprenditori che cercano di non abbassare la testa nei confronti della mafia ma che sono stanchi di subire l’ennesimo torto.

«Non sappiamo neanche più rispondere alla domanda su come stiamo – dice Linda Pisanò – siamo stati sommersi dalle telefonate per sapere cosa fosse accaduto. Ma non riusciamo più neanche a raccontarlo. Siamo stanchi». Sulla vicenda, in passato, era intervenuto anche l’attuale presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, allora presidente della Commissione Regionale Antimafia e relatore del Progetto Sicurezza.

Due imprenditori messi in ginocchio, che non riescono ad esternare la loro rabbia, ma che trovano sempre la forza di rialzarsi e di credere nella giustizia. In trent’anni di attività tra San Giovanni La Punta e Sant’Agata li Battiati, i due negozi sono stati presi di mira senza pietà. Una situazione incredibile. L’ultima risale ad aprile di due anni fa, quando a distanza di soli dieci minuti vennero colpite entrambe le botteghe.

Alle 6 del mattino di ieri, il furto con spaccata è stato ai danni del negozio in piazza Don Bosco a San Giovanni La Punta. La dinamica, purtroppo, è sempre la stessa. Con un auto ariete, questa volta un’Alfa Romeo “Giulietta” di colore bianco risultata rubata nei giorni scorsi, i malviventi hanno sfondato la vetrina e fatto razzia di tutto quello che c’era al suo interno. Un “copione” che è sempre lo stesso. Il colpo è “facile”. Basta sfondare le vetrine ed impossessarsi della merce più costosa. Tutto questo in meno di tre minuti. Una scena collaudata e ripresa sistematicamente dalle telecamere di sicurezza.

Approfittando delle prime ore del mattino, un’auto a tutta velocità è arrivata da via Motta in direzione di piazza Don Bosco. In pieno silenzio si è sentito un boato, come se fosse esplosa una bomba. I malviventi hanno portato viascarpe e le borse, afferrando ciò che si trovava esposto.

Merce abbastanza costosa che può essere tranquillamente venduta nei al mercato clandestino. I proprietari del negozio hanno provato tutti i sistemi di sicurezza, ma i malviventi riescono sempre ad avere la meglio. Al momento non è stato ancora possibile quantificare il bottino.

Sicuramente, però, la rabbia è tanta. Troppa. «Siamo dispiaciuti per quanto accaduto al commerciante vittima dell’ennesimo furto – dice il sindaco Nino Bellia – nei prossimi giorni convocheremo un tavolo con la partecipazione delle forze dell’ordine in servizio sul nostro territorio per discutere dei problemi che abbiamo rilevato nell’ultimo periodo e che mettono a rischio la sicurezza dei cittadini, questo per attivare un protocollo affinché si possa essere più presenti sul territorio aumentando la vigilanza».

Fonte: lasicilia.it
( https://www.lasicilia.it/news/cronaca/278515/s-g-la-punta-19-spaccate-in-30-anni-il-calvario-del-commerciante.html )