Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana (CGARS) ha rigettato l’appello dell’Università degli Studi di Enna Kore, confermando l’assegnazione della borsa di studio alla dottoranda G.N., originaria di Agrigento, nel corso di dottorato in Scienze Economiche, Aziendali e Giuridiche.
La Vicenda: Il Concorso e il Ricorso della Dottoranda
Nel 2020, l’Università Kore aveva indetto un concorso per l’ammissione al dottorato. G.N., pur risultando idonea, era stata ammessa senza borsa di studio.
Successivamente, a seguito della rinuncia di una delle vincitrici, la dottoranda aveva richiesto la riassegnazione della borsa vacante, istanza che l’università ha respinto.
Tale decisione ha portato G.N., assistita dagli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, a presentare ricorso al TAR Sicilia – Catania, sostenendo che le borse rinunciate dovrebbero essere destinate agli idonei in graduatoria.
La Sentenza del TAR e il Ricorso al CGARS
Nel marzo 2023, il TAR ha accolto il ricorso della dottoranda, annullando il rigetto dell’università e affermando che, in assenza di specifici vincoli normativi, la riassegnazione delle borse di studio rappresenta una prassi consolidata.
L’Università Kore ha quindi presentato appello al CGARS, contestando la decisione e richiamando presunte violazioni delle regole del bando.
La Decisione Finale del CGARS
Con la sentenza del 22 ottobre 2024, il CGARS ha confermato la decisione del TAR, respingendo le argomentazioni dell’Università Kore e confermando il diritto di G.N. all’assegnazione della borsa.
Gli avvocati difensori hanno sottolineato come il processo di riassegnazione sia un passaggio amministrativo autonomo e quindi soggetto a specifiche garanzie procedurali, motivo per cui la decisione dell’università è stata ritenuta infondata.
Grazie a questa sentenza, la dottoressa agrigentina vedrà finalmente riconosciuto il suo diritto alla borsa di studio, in una vicenda che sottolinea l’importanza di un corretto accesso ai benefici attraverso procedure trasparenti.