Nel territorio sotteso dal comprensorio irriguo della Diga San Giovanni, gli agricoltori esprimono crescenti preoccupazioni per il continuo trasferimento di volumi idrici significativi verso la Diga Furore.
Questa pratica, che avviene attraverso l’apertura di una galleria di derivazione, rischia di interrompere l’approvvigionamento idrico essenziale per l’irrigazione delle colture locali, tra cui vigneti e pescheti di pregio.
Il sindaco di Canicattì, Vincenzo Corbo, ha sollevato la questione segnalando le potenziali ripercussioni negative non solo agricole ma anche socio-economiche per la comunità.
Gli incontri con gli agricoltori hanno portato alla luce l’urgente necessità di riconsiderare i piani di trasferimento idrico, specialmente durante periodi critici per la coltivazione.
La richiesta è chiara: bloccare immediatamente il trasferimento d’acqua dalla Diga San Giovanni alla Diga Furore e convocare un tavolo tecnico per discutere e trovare soluzioni sostenibili.
Questo approccio mira a proteggere le risorse idriche indispensabili per l’agricoltura del territorio, garantendo così la continuità delle produzioni locali e il sostegno all’economia rurale.
La situazione attuale sottolinea l’importanza di una gestione equilibrata e attenta delle risorse idriche in un contesto di cambiamenti climatici e crescente pressione sulle risorse naturali.
La decisione di come gestire il trasferimento d’acqua avrà implicazioni significative per la vita e l’economia della regione, rendendo essenziale un dialogo aperto e costruttivo tra le parti interessate.