Misure Drastiche Contro l’Impianto di Trattamento Rifiuti di Canicattì Seguono l’Indignazione Locale
Questa mattina, un decisivo intervento dell’autorità giudiziaria ha portato al sequestro preventivo dell’impianto di trattamento rifiuti gestito dalla Marcopolo Srl in contrada Cazzola e Grotticelli – Iazzo Vecchio, a Canicattì.
L’azione giudiziaria segue mesi di crescente protesta da parte dei residenti e degli imprenditori locali, i quali hanno segnalato ripetutamente disagi significativi, principalmente di natura olfattiva, derivanti dalle attività dell’impianto.
Il disappunto locale ha raggiunto un punto critico con l’organizzazione di una manifestazione programmata per i primi di luglio, segno evidente del malcontento che serpeggia nella comunità.
L’assessorato regionale alla Salute ha riferito di aver sollecitato un intervento già a novembre del 2023, ma senza ottenere risposte concrete fino ad ora. La situazione ha portato a denunce formali da parte di legali rappresentanti dei residenti, esacerbando ulteriormente la tensione.
Il cuore della questione risiede nei rilievi olfattivi e nelle potenziali ripercussioni sulla salute pubblica e sull’ambiente circostante, inclusi i frutteti e i terreni pascolivi della zona.
Sono state richieste indagini urgenti in termini di sanità ambientale e veterinaria per assicurare che le emissioni dell’impianto non compromettano ulteriormente la qualità della vita e la sicurezza alimentare nella regione.
Con il sequestro in atto, l’impianto rimarrà chiuso fino a decisioni ulteriori o eventuali ricorsi, causando un immediato impatto sui comuni della provincia di Agrigento che vi smaltivano i rifiuti.
La necessità di identificare nuove strutture per il conferimento dei rifiuti rappresenta una sfida logistica e ambientale significativa per l’intera area, sottolineando l’importanza di una gestione sostenibile e trasparente dei rifiuti in contesti sensibili come quello di Canicattì.
L’azione dell’autorità giudiziaria segna un momento cruciale nella gestione dei rifiuti a livello locale, attirando l’attenzione sulle pratiche operative e le responsabilità ambientali di enti e imprese.
Mentre la comunità attende risposte concrete e soluzioni a lungo termine, la tensione rimane alta, con la speranza che il sequestro possa rappresentare un primo passo verso una maggiore trasparenza e rispetto per l’ambiente e la salute pubblica.