Nella suggestiva cornice della chiesa Madre di Canicattì, è giunta la toccante reliquia del Beato Rosario Angelo Livatino. Si tratta della camicia intrisa di sangue che il coraggioso giudice indossava il giorno dell’agguato mafioso che gli costò la vita. Un momento di devozione e ricordo che coinvolgerà la comunità per tre giorni, dal 6 all’8 dicembre.
Il Significato del 7 dicembre:
Il 7 dicembre, giorno in cui la reliquia sarà esposta, riveste un significato particolare: è la data in cui Rosario Livatino fu battezzato. Questa coincidenza temporale aggiunge un ulteriore strato di sacralità all’evento, rendendolo ancor più speciale per i fedeli e la comunità di Canicattì.
Le Parole dell’Arcivescovo:
L’Arcivescovo di Agrigento, Monsignor Alessandro Damiano, ha dichiarato che questi sono “giorni di grazia per la città”. Nonostante Canicattì sia ancora presente nelle relazioni semestrali della Direzione Investigativa antimafia, l’Arcivescovo auspica che la presenza della Reliquia possa risvegliare le coscienze della comunità e vegliare sulle forze dell’ordine.
Riflessioni sulla Reliquia:
La camicia intrisa di sangue di Rosario Livatino diventa un simbolo tangibile della lotta contro la mafia e un monito contro l’ingiustizia. La sua presenza offre un’opportunità di riflessione su valori fondamentali come la giustizia, il coraggio e la dedizione al bene comune.
Partecipazione della Comunità:
In questi tre giorni, la comunità di Canicattì è chiamata a partecipare attivamente, unendosi in preghiera e contemplazione. Questo evento non solo commemora la vita del Beato Livatino ma offre anche l’opportunità di rafforzare il senso di coesione e solidarietà tra i cittadini.
La Reliquia del Beato Rosario Angelo Livatino rappresenta un momento straordinario per Canicattì. Oltre alla dimensione spirituale, questo evento può fungere da catalizzatore per l’impegno civico e la lotta contro la criminalità organizzata. Che la presenza di questa reliquia possa illuminare il cammino della città verso una società più giusta e libera da ogni forma di oppressione.
